In questo nuovo appuntamento con lo studio delle dinamiche e del funzionamento della terapia manuale, andremo ad osservare l’efficacia clinica delle manipolazioni Thrust o HVLA (High-Velocity Low-Amplitude) sulla cervicalgia.
Come sempre, le considerazioni contenute in questo breve articolo si basano sulla nostra più fedele compagna di studi e di crescita professionale: la letteratura scientifica.
In particolare, lo studio d’interesse primario che ha dato origine all’idea del contenuto di questo articolo è quello condotto nel 2018 da William J. Anderst, PhDa, Tom Gale, MSa, Clarissa LeVasseur, MSa, Sandesh Raj, BSa, Kris Gongaware, DCb e Michael Schneider, DC, DPTb, dal titolo “Cinematica intervertebrale del rachide cervicale prima, durante e dopo la manipolazione ad alta velocità e bassa ampiezza”.
Il report di ricerca originale è disponibile in versione sintetizzata su PubMed al seguente indirizzo: cutt.ly/Hh62geV.
La Cervicalgia
Quella dei dolori al collo, è tra le casistiche più comuni nell’ambito clinico della Fisioterapia e dell’Osteopatia. Con il termine “Cervicalgia”, andiamo ad identificare genericamente il dolore percepito nell’area cervicale. Le cause di questo tipo di dolore, possono essere legate a numerosi scenari di origine traumatica e di origine comportamentale.
Il tratto cervico-dorsale è la sezione di colonna vertebrale più mobile in assoluto.
Quest’area è incaricata di sorreggere, stabilizzare e mobilizzare il cranio e per questo motivo il tratto cervicale è composto da una moltitudine di strutture muscolari, articolari, nervose e venose.
L’importanza del ruolo svolto dal tratto cervicale, non ha bisogno di definizioni e contemporaneamente è facilissimo intuirne anche la vulnerabilità se pensiamo semplicemente alle componenti che lo attraversano, come il midollo spinale o l’arteria vertebrale.
Inoltre, il dolore generato da una disfunzione cervicale, può manifestarsi come dolore irradiato a causa delle radici nervose che si trovano nella zona cervico-dorsale.
Il Ganglio Stellato
Tra le molteplici radici nervose che popolano il tratto cervico-dorsale, una in particolare è responsabile di una lunga serie di compiti che la rendono un importante centro di trasmissione degli stimoli che circolano nel sistema simpatico.
Come immaginerai, sto parlando del Ganglio Stellato.
Questo Ganglio (struttura del sistema nervoso periferico che svolge il ruolo di “nodo”, attraverso il quale transitano una varietà di stimoli che il ganglio andrà poi a distribuire nelle strutture a cui è connesso) è di grandi dimensioni e si forma dalla fusione tra Ganglio Cervicale Inferiore e Primo Ganglio Toracico (a volte, contribuiscono anche il Secondo e Terzo Ganglio Toracico).
Le sue funzioni sono importantissime e da esso si estendono i rami nervosi incaricati d’innervare l’arto superiore, di modulare la funzionalità vascolare dell’arteria carotide comune, dell’arteria succlavia e dei loro distretti vascolari e poi i rami viscerali che regolano la funzione della cupola pleurica, della trachea, dell’esofago e del timo. Inoltre, attraverso il nervo cardiaco inferiore, il Ganglio Stellato, invia delle fibre al plesso cardiaco ed infine, è in grado di formare anastomosi (collegamenti, connessioni) col nervo vago e con il nervo frenico.
Come accennato nel post contenente il video della manipolazione cervicale, pubblicato sui miei profili social l’8 Dicembre scorso, una disfunzione di qualsiasi natura che affligge il Ganglio Stellato, può scatenare una grande varietà di patologie.
Tra queste, possiamo citare il fenomeno di Raynaud, iperidrosi palmare, sindrome spalla-mano, risvegli e vampate notturne nelle donne con disturbi della menopausa, sindrome di Bernard-Horner, sindrome di Ménière, nevralgie facciali, nonché secondo alcuni autori, la presenza di correlazioni con la genesi di patologie come tachiaritmie ventricolari, tachicardie sopraventricolari, riniti allergiche, dermatite atopica e sindrome dell’intestino irritabile.
Grazie alle scoperte sulle connessioni di questo ganglio nervoso così importante, oggi siamo in grado di andare ad agire anche “indirettamente” su patologie e disfunzioni che prima non erano mai state considerate neanche lontanamente connesse ad un’origine nervosa a livello cervicale.
Come agire allora?
Ora che sappiamo quanto sensibile e complessa è la zona del tratto cervico-dorsale, possiamo avere una cognizione maggiore dell’efficacia terapeutica delle terapie manuali applicate a strutture complesse del nostro corpo.
Una struttura complessa, è anche una struttura sensibile come abbiamo confermato in precedenza, ma è proprio per questo che le manipolazioni Thrust sono descritte come movimenti ad alta velocità e bassa ampiezza (High-Velocity Low-Amplitude).
Questo particolare tipo di movimento, permette di raggiungere un alto livello di precisione in fase di esecuzione, con l’obiettivo primario di correggere i disordini biomeccanici attraverso la mobilizzazione passiva di una o più articolazioni, oltrepassando il limite fisiologico della mobilità articolare passiva e senza mai superare il limite del movimento anatomico.
Il ruolo chiave dell’Anamnesi.
Tuttavia, la terapia manuale non può essere prescritta a chiunque.
Infatti, esistono una moltitudine d’indicatori che permettono a medici, fisioterapisti, osteopati e chiropratici, di comprendere in fase di anamnesi profonda, se il percorso clinico di terapia manuale possa rappresentare realmente la soluzione più indicata.
Questi importantissimi indicatori sono detti in gergo “Red Flags” e proprio come delle bandiere di segnalazione, indicano la presenza di fattori di pericolosità nascosti nella sintomatologia descritta dal paziente.
Nel caso delle manipolazioni vertebrali, alcune Red Flags, sono riconducibili ad un’età inferiore ai 20 anni e superiore ai 55, alla storia recente di traumi ossei e fratture, storia pregressa di tumore maligno, uso di farmaci anti-depressivi, anticoagulanti, steroidi orali, forti analgesici, rilassanti muscolari, oppiacei, abuso di droghe, dolore costante o dolore non legato al movimento, cambiamenti nella vescica, disturbo intestinale ecc…
Insomma, gli indicatori dei fattori di pericolosità sono molto numerosi ed è per questo che l’anamnesi, rappresenta il vero e proprio inizio attivo di un percorso terapeutico risolutivo e se non viene svolta correttamente, con il massimo livello possibile di accuratezza, questa fase racchiude in sé il principio del fallimento di un’intero progetto di cure.
Efficacia e precisione della Manipolazione Cervicale.
Nonostante gli effetti terapeutici delle Manipolazioni siano ben noti (effetti meccanici, effetti riflessi, effetti analgesici), oggi, esistono ancora degli interrogativi sulla biomeccanica esatta di queste tecniche di trattamento. La Ricerca Scientifica apporta di anno in anno, un numero sempre maggiore d’informazioni (come abbiamo visto spesso qui su Elysium) che presto porteranno alla conoscenza completa degli effetti biomeccanici che movimenti passivi come i Thrust possono generare.
Proprio a tal proposito, reputo illuminante la ricerca del 2018 volta a comprendere la “Cinematica intervertebrale del rachide cervicale prima, durante e dopo la manipolazione ad alta velocità e bassa ampiezza“.
Grazie a questo studio, si è implicitamente confermata l’impossibilità di agire su di un’unica faccetta articolare isolata a causa della struttura e del funzionamento a catena delle vertebre.
Ma allo stesso tempo, questa ricerca recente, conferma un miglioramento clinico e funzionale a seguito della manipolazione cervicale, in quanto è il primo studio che è riuscito ad indicizzare tutti gli input fisici conseguenti ad un Thrust cervicale. Questo tracciamento, ha permesso di comparare i dati biometrici prima, durante e dopo la terapia manuale.
I dati emersi, evidenziano un guadagno in termini di ROM (Range Of Movement) delle vertebre cervicali in ogni piano di movimento e proprio grazie a questo incremento, si ottiene un miglioramento clinico immediato e potenzialmente protraibile nel tempo.
Ecco un esempio pratico di Manipolazione Cervicale: cutt.ly/ajqyzeQ
Non finisce qui…
Quest’ultimo approfondimento, rappresenta un nuovo punto sulla mappa del percorso di scoperta sugli effetti che le tecniche di manipolazione e mobilizzazione sono in grado di generare sul nostro corpo a tutti i livelli.
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