Lombalgia, tecar e manipolazioni: come possiamo sviluppare un approccio combinato?
L’intento di questo breve articolo ha come scopo quello di descrivere il trattamento di problematiche muscolo scheletriche annesse alla fascia toraco-lombare con strumento tecar.
L’obiettivo primario di tale approccio, è quello di potenziare l’efficacia del trattamento manuale attraverso la terapia strumentale: più nello specifico attraverso uno strumento tecar.
Questo contributo rientra nel più ampio spettro di una nuova concezione professionale multi settoriale volta ad una soluzione clinica veloce e duratura per il paziente, non più strettamente legata alla singola tecnica o disciplina ermeticamente settorializzata.
Il contenuto è redatto sulla base di un’analisi della bibliografia inerente alla lombalgia aspecifica e alla fascia muscolare, associata alla mia esperienza clinica maturata nel tempo, riguardo ai trattamenti della fascia toraco-lombare.
Questo approfondimento, è stato pubblicato originariamente sotto forma di contributo divulgativo per il blog di Wintecare, di cui consiglio fortemente la visione, per altri contenuti interessanti sul mondo della tecar terapia.
Inquadramento anatomico: la fascia lombare
Rimanendo su un piano di anatomia essenziale e senza pretese di esaustività, possiamo asserire che la fascia toraco-lombare (Img. 1), è un complesso sistema di fasci di tessuto connettivo che circonda i muscoli erettori spinali, il muscolo multifido ed il quadrato dei lombi.
La fascia toraco-lombare è composta da tre strati di tessuto. Quello posteriore esterno connette il muscolo gran dorsale (latissimus dorsi), il grande gluteo (gluteus maximus), l’obliquo esterno ed il trapezio.
All’interno dei diversi strati di tessuto, risiede una certa quantità di liquido matriciale in parte costituito da acido ialuronico. Quest’ultimo, tra le varie funzioni, facilita l’accomodamento e lo scivolamento dei diversi strati di tessuto sovrapposti tra loro.
L’acido ialuronico, è permeante a diverse tipologie di tessuto, dall’endomisio più profondo fino al tessuto connettivo della fascia superficiale e gioca un ruolo importante nella biomeccanica di questo organo diffuso in tutto il corpo.
Recenti studi come quello citato in bibliografia (No. 8) , hanno recentemente delineato una nuova classe di cellule presenti nella fascia. I cosiddetti “fasciaciti” sono cellule dedicate alla costruzione e al rinnovo della matrice extra-cellulare fasciale, ricca di acido ialuronico.
Altri studi (No. 7) attribuiscono a queste cellule la capacità di influenzare la funzionalità dell’organo fascia e argomentano il loro coinvolgimento nella sintomatologia dolorosa miofasciale.
La fascia toraco-lombare è responsabile fra l’altro del bilanciamento e della distribuzione delle forze che agiscono tra la colonna vertebrale, il bacino e gli arti inferiori. Inoltre nelle fasi di movimento e durante la camminata/corsa, vengono inclusi nell’azione biomeccanica anche il braccio e la gamba contro-laterale.
L’uso costante di questa struttura, la rende una delle più suscettibili a traumi e patologie che si legano prevalentemente allo stile di vita.
Ad esempio, uno stile di vita sedentario o ripetitivo (passare troppo tempo seduti, in posizioni di torsione prolungata ecc…) può portare ad un’attivazione insufficiente della muscolatura che conseguentemente peggiora la sua viscoelasticità con un conseguente aumento dell’attrito tra i diversi layer di tessuto innervato.
Studi recenti, mettono in collegamento tale peggioramento con un addensamento patologico dell’acido ialuronico nelle zone da cui ha origine lo stimolo doloroso. Questa condizione sembra infatti acuire il rischio di incorrere in sintomatologia dolorosa tipica, ad esempio, della lombalgia aspecifica.
Un esempio di test valutativo attivo.
Esistono innumerevoli test e valutazioni che possono tornare utili in caso di lombalgia.
Non è questa la sede in cui dipanare l’argomento in modo esaustivo ma esistono alcune semplici strategie che possono aiutarci a comprendere se la fascia toraco-lombare è coinvolta nella sintomatologia del paziente.
Un esempio è il test attivo di flessione (Img. 2): quando è positivo, il paziente non arriverà a completare la flessione o quanto meno, questa sarà marcatamente limitata.
Il test di flessione positivo e la conseguente limitazione di movimento, indica un adattamento della struttura vertebrale con rispettiva ipertonia del muscolo sacro-spinale.
Trasferimento energetico a favore della terapia manuale.
L‘energia erogata dallo strumento funge da acceleratore delle risposte tissutali che riteniamo utili all’ottenimento del risultato clinico che stiamo ricercando. Il trattamento di problematiche muscolo scheletriche della fascia lombare con strumento tecar, combinato, si struttura dunque in una prima parte in cui i tessuti vengono predisposti alla manipolazione grazie all’azione sincronizzata di pressione, trazione e mobilizzazione manuale associati allo stimolo elettromagnetico.
Operativamente, questo avviene “inforcando” il manipolo del dispositivo in modo tale da mantenere l’elettrodo tra le dita mentre si applicano le manovre manuali alla zona di interesse con una tecnica il più simile possibile a quella che si applicherebbe in assenza del manipolo.
Il campo elettromagnetico, a certi livelli di energia stimola l’incremento della temperatura del tessuto che a sua volta produce un incremento significativo della perfusione sanguigna (come descritto dettagliatamente nei report di ricerca N.5 e N.6).
Gli effetti positivi dei dispositivo tecar per casi di lombalgia sono riportati in diversi studi fra cui quello citato qui in bibliografia (N.3).
Una volta agito sulla viscoelasticità del tessuto, è possibile applicare delle mobilizzazioni con l’obiettivo di migliorare il R.O.M. articolare e stimolare la produzione di liquido sinoviale articolare.
L’associazione delle mobilizzazioni con il trasferimento di energia ne amplifica reciprocamente gli effetti: il movimento varia la resistenza del tessuto trattato e di contro questo accelera la risposta termica. Allo stesso tempo, la temperatura favorisce lo scorrimento dei diversi strati di tessuto rendendo più agevoli le manovre manuali.
Lo studio No. 4 riportato in bibliografia, affronta questo argomento.
Oltre agli effetti a livello circolatorio e biomeccanico ci sono inoltre studi come il No. 2, che evidenziano gli effetti analgesici di un dispositivo tecar nei casi di lombalgia.
Gli effetti sul fenomeno di flessione-rilassamento e conseguente analgesia.
Nelle fasi finali della seduta, in seguito all’utilizzo combinato del trasferimento di energia e della terapia manuale come descritto sopra, è possibile associare manipolazioni vertebrali quando il caso lo richiede.
Tali manipolazioni hanno un duplice scopo: meccanico e analgesico.
Il primo, ci permette di agire sul tono muscolare sacrospinale e sulla sovrastante fascia toracolombare.
Il secondo è di origine neurofisiologica e si può osservare, tramite risonanza magnetica di tipo BOLD (che evidenzia i flussi emodinamici), quando si evidenzia un’attivazione/inibizione delle aree encefaliche adibite alla percezione degli stimoli nocicettivi.
Esito atteso dopo il trattamento della lombalgia attraverso tecar e manipolazioni in un approccio combinato.
Per un caso di lombalgia aspecifica, la cui causa risiede in una disfunzione della fascia toraco-lombare, un trattamento effettuato secondo le linee guida di cui sopra, dovrebbe dare un miglioramento significativo della sintomatologia già a partire dalla prima seduta.
In tre sedute il sintomo doloroso deve essere praticamente scomparso.
In caso contrario, sarà necessario far rivalutare il paziente per determinare eventuali altre cause sfuggite alla diagnosi iniziale.
Bibliografia.
1. Comparison among different therapeutic techniques to treat low back pain: a monitored randomized study
2. Clinical Effects of Capacitive Electric Transfer Hyperthermia Therapy for Lumbago
3. Short term efficacy of capacitive-resistive diathermy therapy in patients with low back pain: A prospective randomized controlled trial
4. Effect of Capacitive and Resistive electric transfer on changes in muscle flexibility and lumbopelvic alignment after fatiguing exercise
5. Effect of Capacitive and Resistive electric transfer on haemoglobin saturation and tissue temperature
6. Does the Application of Tecar Therapy Affect Temperature and Perfusion of Skin and Muscle Microcirculation? A Pilot Feasibility Study on Healthy Subjects
7. Hyaluronan within fascia in the etiology of myofascial pain
8. The fasciacytes: A new cell devoted to fascial gliding regulation